Fin dalla vita intrauterina, il bambino sperimenta il suo corpo e le sue potenzialità attraverso il movimento, in preparazione alla vita extrauterina.
Nei primi giorni di vita il movimento è l’elemento indispensabile e necessario per la crescita: attraverso il primo dialogo corporeo e tonico-emotivo tra adulto e bambino (sostegno, contatto, dondolio, elevazione, sfioramento, calore, tensione muscolare, sguardi, voce, …) e una ricerca graduale e spontanea di situazioni di tensione corporea e distensione, il bambino piccolo prende coscienza di se stesso, del mondo che lo circonda e inizia gradualmente a sviluppare le proprie potenzialità fisiche e psicologiche.
Nei primi mesi di vita il movimento e la motricità sono fondamentali al neonato per sviluppare i propri muscoli, per acquisire il senso dello spazio, per migliorare la coordinazione tra le varie parti del proprio corpo.
Di movimento e motricità, ne parla ampiamente Emmy Pikler, medico ungherese che, fra la fine dell’Ottocento e la metà del Novecento, ha abbandonato la pratica della cura intesa come terapia per abbracciare invece il prendersi cura generale dei bambini, non solo quindi della loro salute fisica ma anche degli aspetti emozionali.
Pikler e Montessori sono oggi note soprattutto come figure di spicco del grande movimento dell’Educazione Attiva.
Perché fu così innovativa ed è interessante comprendere le riflessioni di Emmy Pikler sullo sviluppo motorio del bambino?
I punti di snodo e cruciali delle sue riflessioni possono essere così riassunti:
- ogni bambino in condizioni di sicurezza affettiva, quindi all’interno di una relazione significativa con adulti di riferimento, è in grado di interessarsi al mondo esterno e di esprimere tale interesse attraverso l’osservazione, l’esplorazione motoria, l’azione e la progettazione;
- l’apprendimento, sia esso in forma di pensiero sia di abilità pratiche, che un bambino acquista attraverso tali modalità di scoperta, ossia libero e spontaneo movimento, ha una qualità maggiore, divenendo meta-abilità;
- l’intervento dell’adulto che si pone in maniera attiva e costruttiva nella relazione con il bambino è un‘interferenza che distrae il bambino dal suo essere operoso nel mondo. Compito dell’adulto quindi è non solo quello di intrattenere una relazione significativa e sicura con il bambino in uno scambio che sia inizialmente d’intensa vicinanza, poi via via sempre più distanziato e accogliente verso altri elementi del mondo circostante, ma anche quello di mettere a disposizione del bambino un ambiente sicuro e adeguato al suo momento di sviluppo;
- il primo ambito di esperienze e di sviluppo in cui ogni piccolissimo e gli adulti che si prendono cura di lui si mettono in relazione con il mondo esterno è quello del movimento. La motricità del bambino è il luogo d’integrazione di tutti gli aspetti specifici e determinanti dello sviluppo.
articolo di Lucia Vichi
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