Si sente tanto parlare di Quiet Book ( o altrimenti chiamati Activity Book o Silent Book o Busy Book): ma che cosa sono? In quale periodo della crescita possono essere proposti? Anche a piccolissimi?
Se proviamo ad inserire le due parole inglesi in qualsiasi traduttore, vedremo che il significato sarà “Libro della calma o libro della quiete”. Ma “Perché della calma?”.
In effetti, osservando bambini che si relazionano con questa proposta gioco, si nota come esso catturi l’attenzione e la concentrazione del bambino, fin da piccolissimo; è una offerta di mille sensazioni sensoriali, di tante azioni, di scoperte e di tentativi.
Un Quiet Book è realizzato principalmente in tessuto o feltro / pannolenci, con pagine e soggetti/attività cucite con punti a mano o a macchina. Personalmente suggerisco un Quiet creato con tali modalità in quanto sono quelli che resistono di più alle tante sperimentazioni e manipolazioni del bambino.
Al proprio interno si possono creare storie, riprodurre piccoli testi di letteratura per l’infanzia di qualità che piacciono ai bambini; si possono creare setting di vita quotidiana, setting di ambienti naturali e relativi animali; si possono presentare categorie di colori, numeri e insiemi, piccole proposte di calcolo, sinonimi e contrari, e tanto tanto altro…. Insomma il Quiet Book è una proposta gioco che va personalizzata e creata in base alle competenze, alle abilità, agli interessi e alla crescita del bambino alla quale si propone.
Ad esempio, fino ai 6 mesi di vita, è possibile creare un Quiet Book con fondi e immagini a contrasto bianco e nero ( semplici motivi geometrici, rappresentazioni di oggetti comuni e silhouette di animali). In seguito, vanno preferiti Quiet Book che offrono la sperimentazione di sensorialità diverse, quali tattili, sonore e, perché no, olfattive, fino ad arrivare gradualmente, dopo e oltre i 24 mesi, ad introdurre all’interno delle pagine che abbiano attività di vita pratica, quali cerniere, bottoni con asola, velcro, bottoni con clip, fibbie, ecc.. per permettere al bambino di allenare e perfezionare sempre più la coordinazione oculo-manuale e la motricità fine della mano. Ma non solo ….
Ricordiamoci che, come ci “insegna” Maria Montessori, “La mano che sfiora, che tocca, che inventa, che accarezza, che costruisce. La mano, strumento che ci rende umani. La mano, organo dell’intelligenza”.
Lucia Vichi
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