Un sistema di insegnamento efficace anche contro bulli e bamboccioni
Il metodo Montessori, successo globale che la scuola italiana ha dimenticato
25 marzo 2013 (modifica il 11 aprile 2013) | di Antonella de Gregorio
Il suo metodo ha prodotto uomini di genio, innovatori, premi Nobel: dai fondatori di Google, Sergey Brin e Larry Page, a Bill Gates, da Garcia Marquez al Will Wright di Sim City, dal fondatore di Amazon, Jeff Bezos, al padre di Wikipedia, Jimmy Walls. Ma in Italia, la sua patria, Maria Montessori ha meno fan che nel resto del mondo e le sue scuole – a più di cento anni dalla nascita – sono ancora un fenomeno di nicchia.
Per molti è stata solo il volto delle vecchie banconote da mille lire. Eppure quella donna straordinaria, grande scienziata vissuta all’inizio del Novecento, ha lasciato al mondo un insegnamento che ha rivoluzionato la pedagogia. Il suo modo di fare scuola pone al centro il bambino: dotato di una creatività che nell’adulto non ha più traccia, persa per strada, compressa. Libertà come fonte di creatività e insieme di disciplina. Rispetto dell’individualità come condizione per uno sviluppo armonico della socialità.
SENZA TEMPO – Idee senza tempo, che hanno dimostrato di funzionare in tutto il mondo e che hanno recentemente ricevuto il plauso della rivista Science. «Se strettamente osservato – hanno dimostrato due ricercatrici americane – il metodo della Montessori permette ai ragazzi di raggiungere livelli più alti, in termini di capacità di apprendimento e comportamentali, rispetto alle scuole tradizionali. Imparano più in fretta e meglio a parlare, leggere, scrivere e fare calcoli. E il rapporto con gli altri è più costruttivo.
OSSERVAZIONE – «Un metodo ancora validissimo – conferma Susanna Mantovani professore di Pedagogia all’università Bicocca e madre di due figli cresciuti in scuole Montessori -. Soprattutto per l’approccio educativo: l’osservazione attenta dei bambini, accompagnarli all’autonomia e all’autoregolazione», elenca. «E la superiorità dell’apprendimento attraverso la partecipazione guidata è oggi sostenuta anche dagli antropologi cognitivi», dice. In Inghilterra la «libertà pedagogica» teorizzata dalla scienziata italiana è stata recentemente applicata in funzione anti bullismo: il risultato, in una scuola statale di Manchester, nel quartiere più a rischio della città, è stato, in pochi anni, un aumento della frequenza, del profitto (+20%) e soprattutto della competenza sociale.
FALLA EDUCATIVA – Vitalissimo nel mondo (22mila scuole attive, di ogni grado, di cui 5mila negli Usa, 1200 in Germania, 370 in Irlanda, 220 in Olanda, 200 in India, 150 in Giappone, che salgono a 66.500 se si allarga la ricerca alle scuole «a indirizzo montessoriano»), il metodo conta, nella Penisola, solo 150 scuole e quasi solo materne ed elementari. Una «falla educativa» – la definisce Antonio Polito nel suo libro «Contro i papà», che è anche un atto d’accusa contro il fatto che, proprio in Italia, dove è stato testato il metodo le scuole montessoriane siano poche e sconosciute. Nel processo collettivo di deresponsabilizzazione in atto, tra figli «bamboccioni» (la percentuale di giovani che coabitano coi genitori è raddoppiata dal 1970 al 2000: paura di imparare a nuotare da soli nel mare della vita?) e genitori che hanno abdicato al loro compito, trasformandosi in sindacalisti della prole, pare dire Polito, ci potrebbe salvare la filosofia montessoriana, che mira a sviluppare nel bambino il senso di responsabilità individuale; e ci spiega che l’unica forma di realizzazione è l’auto-realizzazione.
ANTI BULLI – E invece le intuizioni della Montessori sono state emarginate da critiche volte più a denigrarle che ad aggiornarle. La diffusione è stata frenata da ragioni ideologiche (le si è contestata per esempio la convinzione che il bambino nasce buono e che solo la società può corromperlo; ma anche la rigidità del materiale didattico precostituito) e storiche (quando i principi di libertà su cui si fondano entrano in collisione con l’autoritarismo fascista), oltre a diatribe interne al movimento culturale.
CRESCITA – Qualcosa sta cambiando: «C’è un certo fermento negli ultimi anni nelle università e tra chi si occupa di formazione: si moltiplicano i corsi, per insegnanti e anche per genitori – conferma Benedetto Scoppola, presidente dell’Opera Nazionale Montessori, che ha il compito di preservare e trasmettere il pensiero della studiosa -. Si inizia a capire che una scuola che educhi attraverso l’interesse, che spinga a scoprire per conto proprio, che valorizzi l’iniziativa personale, sarebbe migliore di quella che abbiamo». «E grazie alle neuroscienze – dice ancora Scoppola – riusciamo a capire meglio l’importanza dei contributi di questo approccio. Un fisiologo francese, per esempio, ha da poco spiegato la validità dei materiali usati dalla Montessori per la lettura e per l’uso dei numeri nella costruzione di connessioni tra neuroni che per i più piccoli sarebbero difficili».
MERITO – L’educazione è «il fattore cruciale per la riuscita di una comunità e, al suo interno, dei nostri ragazzi», ricorda Polito. Che per uscire dal catastrofismo chiede ai padri di scommettere sul merito. E sulla cultura, sull’istruzione. Mentre l’Italia – dice lo scrittore – è il Paese europeo in cui le famiglie utilizzano la maggior parte dei loro risparmi per comperare una casa; meno, molto meno per l’università e la formazione dei figli. Un comportamento identico a quello di uno Stato che continua a tagliare fondi al sistema educativo. «Uno dei più iniqui delitti dell’umanità», secondo la Montessori. Che scriveva: «Quando una società scialacquatrice ha necessità di denaro, lo sottrae anche alle scuole: il più assurdo dei suoi errori».
Fonte: Il Corriere della Sera.it
Impara come applicare il metodo Montessori a casa con il tuo bambino con il nostro corso on-line per genitori!
Sostieni il sito comprando da qui